FAQS
COSA SI INTENDE PER MARCHIO EPAL
Il pallet a marchio EUR è uno strumento di movimentazione le cui caratteristiche sono state concepite per la prima volta negli anni cinquanta. Adatto alle necessità del mercato, si è diffuso molto rapidamente. Ma, poiché tutti i paesi interessati non applicavano in modo rigido le medesime regole di controllo nella produzione e nelle riparazioni, il parco dei pallet aveva la tendenza a diventare eterogeneo. Una qualità non uniforme, infatti, non consentiva più di garantire il corretto interscambio attraverso le frontiere: ecco perché è stata creata l’EPAL.
E’ stata così costituita l’European Pallet Association e.V. (EPAL), un’associazione europea (di diritto tedesco), senza fini di lucro, fondata nel 1991 dai professionisti del pallet (produttori, riparatori, commercianti) e dai responsabili delle ferrovie di tre paesi europei: Germania, Francia e Svizzera. Il Sistema EPAL, tramite costituzione dei primi Comitati Nazionali è diventato operante dal 1 gennaio del 1995 con lo scopo primario di garantire lo standard di qualità (capitolati tecnici UIC 435/2 e UIC 435/4) del pallet EUR 800 x 1.200 mm promuovendone lo scambio e la diffusione. Il parco dei pallet EUR EPAL contribuisce largamente ad una gestione senza problemi del traffico merci applicando nel contempo controlli di qualità molto severi. EPAL marca i pallet EUR da essa controllati con la sigla EPAL garantendo la qualità assoluta dei pallet EUR certificati EPAL.
IL RITIRO DEL LEGNO ED ANISOTROPIA
L’anisotropia è la proprietà per la quale un determinato materiale ha caratteristiche che dipendono dalla direzione lungo la quale vengono considerate. Questo viene quindi detto anisotropo se le sue caratteristiche fisiche (conducibilità elettrica e termica, proprietà ottiche) o il suo comportamento meccanico (rigidezza, resistenza, tenacità) sono differenti in direzione longitudinale e trasversale.
Anche il legno è un materiale anisotropo in quanto le sue variazioni dimensionali (ritiri, in special modo) variano a seconda della direzione che si considera:
• ritiro longitudinale < 0,1 % -ritiro trasversale compreso tra 1 e 10 % -ritiro radiale = 5 % -ritiro tangenziale = 10 % Le variazioni dimensionali del legno, sono dovute principalmente dall’umidità, considerando che può contenere una quantità di acqua superiore al 100% del proprio peso secco ed in misura minore dalla temperatura.
NORMATIVA FITOSANITARIA ISPM 15 – FAO (INTERNATIONAL STANDARDS FOR PHYTOSANITARY MEASURES NO.15)
Il 18 marzo 2002 a Roma la FAO ha annunciato che circa 90 paesi hanno approvato le nuove linee guida sui materiali da imballaggio in legno, che prendono atto della possibile introduzione e diffusione degli organismi nocivi tramite i materiali per imballaggio composti da legno grezzo non lavorato. Secondo la FAO, questi organismi rappresentano una minaccia non trascurabile per gli alberi viventi.
Le direttive, adottate dalla Commissione, per le misure sanitarie (ICPM – Interim Commission on Phytosanitary Measures) della Convenzione Internazionale per la Protezione dei Vegetali (CIPV- International Plant Protection Convention – IPPC) sono state formulate per cercare di armonizzare le diverse regolamentazioni nazionali sui materiali da imballaggio in legno.
Questo in funzione del fatto che, ad esempio, gli USA hanno recentemente imposto misure di quarantena mirate a prevenire l’introduzione del “coleottero cerambicide asiatico” tramite i materiali da imballaggio in legno provenienti dalla Cina. La Cina ha introdotto i propri requisiti di trattamento e documentazione per gli imballi in legno provenienti dagli USA e che potrebbero ospitare il “nematode del pino”. L’Unione Europea ha quindi adottato una serie di regolamentazioni per controllare i “nematodi” contenuti negli imballi di legno di conifera provenienti sia dagli USA che dalla Cina, ed altri ancora secondo le loro esigenze specifiche.
Secondo la FAO, l’obiettivo ultimo non è solo quello della protezione delle foreste dagli organismi nocivi importati, ma di consentire il libero commercio mondiale in quanto il materiale da imballaggio in legno, sotto forma di pallet, casse, gabbie o materiale di stivaggio, è utilizzato nel 70% circa di tutte le spedizioni transnazionali. Per garantire che il materiale da imballaggio sia privo di organismi nocivi, gli esportatori dovranno pertanto certificare, con un simbolo universalmente riconosciuto, che il materiale è stato trattato.
COME VIENE ESEGUITO IL TRATTAMENTO TERMICO (MARCATURA: HT O HEAT TREATMENT)
Il materiale da imballaggio in legno viene trattato termicamente seguendo un programma specifico secondo cui la temperatura interna del legno deve raggiungere almeno 56 °C per la durata minima di 30 minuti su tutto il profilo del legno (compresa la sua parte centrale). Diverse fonti di energia o processi possono essere idonei per ottenere tali parametri. Ad esempio, l’essiccamento in forno, l’impregnazione chimica a pressione, le microonde o altri trattamenti possono essere considerati trattamenti termici, a condizione che soddisfino i requisiti di HT descritti nella norma.
COME SI PRESENTA IL MARCHIO HT E COME VIENE ESEGIUTA LA MARCHIATURA
La timbratura a caldo viene utilizzata per marcare generalmente legno, PVC, ABS, plastica, cuoio, etc.. Ne esistono di varie potenze espresse in kw che meglio si adattano al materiale che si deve stampare, è quindi possibile prepare delle piastre con lettere e/o logotipi in modo da poter imprimere la dicitura desiderata.
Il marchio indicante che il materiale da imballaggio in legno è stato sottoposto a trattamento fitosanitario approvato, comprende i componenti obbligatori riportati di seguito:
• simbolo della spiga
• codice del paese
• codice del produttore/impresa fornitrice del trattamento
• codice del trattamento utilizzando l’apposita sigla secondo quanto prescritto nell’Allegato 1 (HT o MB).
COME EVITARE LA PRESENZA DI MUFFE SUGLI IMBALLAGGI DI LEGNO
La muffa può crescere su qualsiasi superficie umida alla presenza di luce fioca e temperatura calda. Il legno appena segato (umido) è un materiale che si presta all’attacco di muffe anche se trattato termicamente (HT) di conseguenza si consiglia alle Aziende utilizzatrici di completare in caso di necessità commerciale, il trattamento termico con il ciclo di essiccazione.
Ci teniamo a sottolineare che l’essiccazione dell’imballaggio in legno è un valore aggiunto all’imballaggio stesso (per esempio è più stabile in termini di dimensioni e deformazione rispetto a quello fresco) e che per ottenere un’umidità del legno pari al 18% è necessario lasciare il materiale in cella d’essiccazione per 36/72 ore rispetto alle 6/12 ore del trattamento termico ISPM-15. E’ evidente che l’operazione di essiccazione dell’imballaggio ha un’incidenza sul costo finale dell’imballaggio (il legno essiccato pero’ non offre le condizioni favorevoli ad un attacco da parte di funghi/muffe).
COS’È IL CONAI
IL CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) è il consorzio privato costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali d’imballaggio. L’adesione al Conai è obbligatoria per le aziende che producono, vendono o utilizzano imballaggi. Il contributo ambientale Conai, stabilito per ciascuna tipologia di materiale d’imballaggio, rappresenta la forma di finanziamento attraverso la quale il Conai ripartisce tra produttori e utilizzatori i costi della raccolta differenziata, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti di imballaggi primari (per la vendita), secondari (imballaggi multipli di raggruppamento unita’ di vendita) e terziari (imballaggio per il trasporto). Questi costi vengono determinati sulla base del programma generale per la prevenzione e la gestione.
ETICHETTA AMBIENTALE PER IMBALLI IN LEGNO
II Decreto n. 360 del 28 settembre 2022, “Linee Guida sull’etichettatura degli imballaggi ai sensi dell’art. 219, comma 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” contiene le indicazioni operative sugli imballaggi a partire dal prossimo 1° gennaio 2023. Come in altre situazioni analoghe, tutto ciò che è già stato immesso in commercio e non conforme, o già prodotto e non conferme, potrà essere venduto e circolare fino ad esaurimento delle scorte.
II Decreto adotta le Linee Guida elaborate da Conai e in parte già applicate da numerose aziende e distingue in base ai destinatari: consumatori-cittadini e operatori economici.
Secondo le indicazioni fornite dal Ministero, si evince che “gli imballaggi destinati ai canali commerciali/industriali, come riportato a pag. 18 delle Linee Guida, (tra cui pallet, imballaggi industriali e imballaggi ortofrutticoli) possono riportare le informazioni richieste solo sui documenti di trasporto, come già anticipato nei mesi scorsi. E l’unica informazione necessaria nel caso degli imballaggi destinati al canale commerciale/industriale è di indicare (nei documenti di trasporto) il codice identificativo del materiale (ovvero FOR 50 per il legno).
Nel caso, invece, di imballaggi destinati al consumatore (per lo più tappi sughero o cassette per vino), sono necessarie due tipologie di informazioni: la modalità di raccolta differenziata e il codice identificativo del materiale (FOR 50 per il legno, FOR 51 per il sughero). E tali informazioni vanno riportate sull’imballaggio.
In alternativa all’apposizione fisica di tali informazioni sull’imballaggio, è possibile renderle disponibili tramite canali digitali a scelta (es. App, QR code, siti web). Qualora si utilizzino canali digitali, devono essere rese facilmente note e accessibili all’utente le istruzioni per intercettare le informazioni obbligatorie sopra descritte.”
Nelle indicazioni dei colori ammessi per l’etichettatura degli imballaggi destinati al consumatore finale, non è prevista l’indicazione di colore per il legno. Trattandosi di piccoli imballaggi (se tappi o vassoi), dal punto di vista tecnico è giustificato che vadano nella frazione dell’organico, mentre se si tratta di cassette per ortofrutta o per vini, la strada è quella indicata di volta in volta dal Comune in cui ci si trova.